giovedì 30 maggio 2013

" Ci sei stato, ci sei e ci sarai per sempre.." Con queste parole il Brescia saluta Andrea Toninelli

Andrea Toninelli, il giovane tifoso del Brescia scomparso nella notte di domenica al ritorno da Livorno, è stato salutato ieri, nel giorno del suo funerale, con una toccante lettera. Di seguito il testo letto da capitan Zambelli a nome suo e di tutta la squadra:


“Qualcuno la chiama sfortuna, qualcuno la chiama fatalità. Per qualcuno è addirittura un disegno; altri lo chiamano destino. Forse cerchiamo un nome alle cose nella speranza che ciò le renda meno dolorose, resta il fatto che il ricordo è l’unica cosa a cui ci possiamo aggrappare, quel ricordo che fa tanto male in questi giorni. Sì, perché possiamo dire e scrivere ciò che vogliamo, ma la realtà è che tu Andrea non ci sei più. La realtà è che resta solo il dolore per qualcosa di inspiegabile. Ma ecco che, quando tutto sembra insormontabile, tu ci mandi un raggio di speranza. Sì, perché vogliamo ricordarti così come te ne sei andato, DA TIFOSO, quel tifoso che se potesse dirci qualcosa con coraggio ci direbbe di non mollare, di lottare, di non perdere la speranza. 
Il ricordo di un ragazzo semplice e straordinario ci ha portato ad essere tutti qui riuniti oggi, e non c’è squadra, non c’è fede, non c’è bandiera oggi… Ci sei solo tu nei nostri cuori, oggi… C’è la promessa che quando le luci di questi giorni si spegneranno il dolore e le lacrime versate diventeranno forza. 
Forza per mantenere vivo il tuo ricordo, e per stare vicino alla tua famiglia che tanto, tanto, tanto sta soffrendo. 
Inutile dire che non ti dimenticheremo mai, anche se volessimo sarebbe impossibile. 
Inutile dire che in ogni coro, in ogni esultanza, in ogni goccia di sudore, in ogni minuto giocato sarai con tutti noi… In fondo, tu ci sei stato, ci sei e ci sarai per sempre.”


Fonte: Brescia Calcio

mercoledì 29 maggio 2013

Andrea Agostinelli, il cappellino e la scaramanzia

Andrea Agostinelli allenatore del Varese nelle ultime giornate di campionato, dal suo cappellino non si separa mai.
 Non è un caso e nemmeno un vezzo, ma ben si una forma di scaramanzia!!
Il tecnico ed il cappellino sono inseparabile da quando  vinse il suo primo campionato in Interregionale e tutt'ora lo accompagna.

mercoledì 22 maggio 2013

Mirko Valdifiori e l'emozione più grande

La maglia che indossa è quella dell'Empoli, il numero che ha scelto è il sei. Non una scelta casuale, perché da quel 6 luglio 2005, Elisa è al suo fianco e a settembre lo renderà padre per la prima volta. Lui è Mirko Valdifiori, a farcelo conoscere meglio è proprio la compagna , che con amore e dolcezza racconta chi è nel privato e nella quotidianità quel giocatore tanto ammirato. Descrive la loro storia, con la voce rotta dall'emozione, un amore che li ha fatti incontrare nuovamente otto anni fa, dopo quel primo bacio dato solo a dodici anni. Si sono rincorsi e ritrovati dopo aver vissuto altre esperienze, ma si sa, a volte il destino ha più fantasia di noi, ed infatti per questi due ragazzi era già scritto un amore di quelli con la A maiuscola. 


Dalle note di "Tra dire e il fare" di Giorgia, canzone che li ha accompagnati all'inizio del loro cammino insieme, all'emozione del 29 dicembre, giorno in cui Elisa scopre di aspettare la loro primogenita. " Lui era in ritiro a Reggio Calabria, appena il test ha dato esito positivo però non me la sono sentita di sminuire il momento raccontandoglielo al telefono, così ho preparato una lettera e tanti piccoli regalini che gli ho fatto trovare al suo ritorno: appena rientrato ha subito capito e non abbiamo potuto far altro che emozionarci e commuoverci entrambi. Quando poi l'ecografia ci ha rivelato che sarebbe stata una bambina, lui è andato a comprarle la sua prima tutina. Il nome fino a poco tempo fa cambiava giorno dopo giorno, ma dopo aver sognato Aurora una notte, abbiamo deciso che sarebbe stato quello" . Due giovani genitori e le rispettive famiglie già pazzi d'amore per la piccola che arriverà tra qualche mese. Mirko, da sempre pronto a riempire di attenzioni la compagna, ora non fa mai mancare una carezza alla pancia al risveglio e prima di dormire ed è proprio in uno di questi momenti, nel giorno del suo compleanno, che lui ha ricevuto il regalo più bello di sempre: " Appena svegli, mettendo la sua mano sulla pancia, rivolgendomi alla bambina le ho detto di fare gli auguri al papà e lei a suo modo, scalciando proprio in quel momento, non ha perso l'occasione di fare i suoi primi auguri, sicuramente unici" . 

Molto legato anche alla sua famiglia e alle tradizioni, ritrova nel padre, ex calciatore, un vero e proprio punto di riferimento. Nativo di Russi, non può fare a meno dei piatti tipici della sua regione, adora i cappelletti al ragù e i tortelloni della nonna che è solita preparargli la domenica. Proprio in occasione del compleanno, le due famiglie si sono ritrovate per un pranzo tutti insieme, ed è stato un altro momento di commozione quando Mirko, con un discorso davanti ai parenti, ha ringraziato la fidanzata per il sogno di diventare padre che grazie a lei sta realizzando. Un ragazzo semplice, sempre pronto a ridere e scherzare, che nonostante il successo è rimasto lo stesso di sempre. Queste sono le caratteristiche che hanno fatto innamorare Elisa : "La sua umiltà e il rispetto che ha per le altre persone sono due cose che ammiro molto in lui e spero che nostra figlia in questo gli somigli, lui è un fidanzato fantastico e sono sicura che sarà un grandissimo padre"
FONTE: PianetaB

Vi racconto mio padre, l'ad della Pro Vercelli

Fabrizio è un uomo semplice, schietto e corretto. Ha fatto dell'umiltà la sua filosofia di vita, qualità fondamentale e imprescindibile per lui ,che applica nel quotidiano e mette al primo posto nella scala dei valori da trasmettere ai figli. Lui è Fabrizio Rizzi, amministratore delegato della Pro Vercelli. A raccontarci di lui è il figlio primogenito Nicolò, che con amore, orgoglio e ammirazione, ci descrive un padre speciale, capace di ripetergli ogni giorno, che la cosa fondamentale nella vita, non è apparire ma essere, capace di ricordargli sempre, che la semplicità d'animo è una ricchezza inestimabile. Tutto questo Nicolò, lo sa bene, e così ci descrive attimi di vita e momenti indelebili nella mente, istanti, immagini e piccoli flash. 


I ricordi corrono ad un derby di due stagioni fa contro il Casale, quando la neve, caduta copiosa in quei giorni, metteva a rischio una partita tanto attesa dalla città. Nicolò entra allo stadio, e la prima persona che vede in campo intenta a spalare la neve, è proprio il padre, che insieme ad altre persone, fa di tutto per rendere praticabile il terreno di gioco. "Non rimasi stupito di vedere questa scena - dice - perché so che mio padre non si tira mai indietro quando c'è da fare, ma mi colpì molto, mi sono sentito molto orgoglioso di lui in quel momento". Il calcio è una delle grandi passioni di casa Rizzi, ed è proprio questa passione, il sogno di sempre dell'amministratore delegato dei bianchi. Era il 10 maggio 2009 quando l'allora Pro Belvedere, di cui Rizzi era presidente venne promossa in Serie D: "Il ricordo più bello che ho - spiega - sono gli occhi felici di mio padre, quel giorno, quello che aveva sempre desiderato e cioè di fare calcio a livello professionistico, si era realizzato.Il sogno di una vita per lui, ed io ero lì, fiero e felice della sua felicità" . Ma ovviamente non si vive di solo calcio ed ecco che Nicolò ci rende partecipi di quello che accade quando il padre riesce a rincasare presto dall'ufficio: "E' un cuoco perfetto, ama mettersi ai fornelli e preparare dei buonissimi risotti, proprio come insegna la buona tradizione vercellese, ma anche i piatti di pesce gli riescono bene,". Solo calcio e cucina? No, perché c'è anche un papà che pur non condividendo gli stessi gusti musicali dei figli, non disdegna di ascoltare in macchina qualche pezzo di Gigi D'Agostino con il figlio di quindici anni Lorenzo. 

Nicolò vive i momenti legati al calcio, sempre al fianco del padre, era con lui nella stagione esaltante dello scorso anno, conclusasi con la promozione in cadetteria ed era al suo fianco anche in questo campionato che ha portato alla retrocessione. Nicolò ammira profondamente il padre e lo si evince dall'amore sincero e forte con cui lo descrive , sa con quanto entusiasmo vive il calcio e la Pro Vercelli ed è per questo che invita il padre e non demordere e portare avanti il progetto dirigenziale anche nella prossima stagione. Spera come tanti tifosi in una immediata risalita. Lui ha però un motivo in più per desiderarlo, perché coinciderebbe con il vedere ancora una volta l'emozione e la gioia sul viso del padre. E per un figlio non c'è niente di più importante.
FONTE:PianetaB

Vi racconto papà Mandorlini...

Di lui, del suo passato come calciatore e del suo presente da allenatore, si sa praticamente tutto. Quello che invece non si sa, è che è un padre attento , sempre presente ed un nonno affettuoso e premuroso. Non si sa, che non c'è niente di meglio per lui, del correre dalla famiglia appena gli impegni calcistici lo permettono, ritrovarsi tutti insieme, possibilmente davanti ad una bella grigliata di carne con i due figli Davide e Matteo e non si sa che quello sguardo freddo e quasi glaciale rivolto verso il campo, è pronto a sciogliersi di fronte al sorriso dei nipotini Rebecca e Andrea. 


Stiamo parlando di Andrea Mandorlini, a raccontarci di lui, è il primogenito Davide. Impercettibili sfumature, attimi di una quotidianità, fatta di normalità, di spensieratezza e di allegria descritti con l'amore di un figlio orgoglioso del proprio padre e fiero dei saldi valori che è riuscito ad acquisire grazie agli insegnamenti ricevuti. Davide, esattamente come il fratello minore Matteo, nella vita fa il calciatore, ma il calcio non è il solo amore ereditato dal padre. " Lui ha da sempre la passione per la caccia - racconta Davide - ed è un a cosa che si tramanda da generazioni nella nostra famiglia, e ci unisce. Il tempo libero molte volte lo si trascorre così, con una battuta di caccia e che ogni estate diventa per quattro o cinque giorni, un momento tutto nostro. Ricordo ancora quando mi portò con lui per la prima volta, avevo più o meno sette/otto anni ed insieme andammo in Scozia , partimmo da Ravenna, in pullman con tanti altri cacciatori, qualcosa d'indelebile, un momento insieme e di un viaggio lungo, di svago ma al tempo stesso interessante se penso a quante città abbiamo attraversato." Ci sono poi Nora, Tosca e Musetto, i tre cagnolini del mister gialloblù e che sono parte integrante di questo bel quadretto famigliare. Allenatore carismatico e dalla personalità molto forte, la schiettezza e l'affrontare le situazioni di petto, sono due caratteristiche che lo contraddistinguono anche nella vita di tutti i giorni. " Se mio padre dovessi paragonarlo ad un colore sarebbe sicuramente il rosso, colore che descrive la passionalità, quella che lui mette in tutto quello che fa, sia nel lavoro che nel quotidiano, una passione che riesce a trasmettere a chi gli è vicino e suo grande punto di forza, ma di lui ammiro anche la sua sincerità, il suo dire sempre ciò che pensa lo trovo un suo pregio , anche se questa caratteristica non a tutti può piacere". 

Spesso, si è scritto e detto che è un personaggio burbero e che incute timore, ma dietro questo atteggiamento, sfoderato praticamente solo nell'ambito lavorativo, e che forse il suo ruolo anche impone, c'è in realtà un uomo assolutamente normale, gioviale, solare e che ama la compagnia, con tanti ex compagni e giocatori tutt'ora mantiene un bel rapporto, così come con la maggior parte delle persone che nell'arco della sua carriera ha avuto modo di incontrare e con cui ha avuto modo di condividerne il cammino. "A volte lo si descrive per come non è, si è detto e scritto tanto sul suo essere razzista per esempio, ma chi lo conosce bene sa che non lo è e lo testimoniano anche le amicizie che ha mantenuto in Romania anche dopo l'anno trascorso lì e con cui tutt'ora è in contatto. Quello che è sotto gli occhi di tutti è che è un grande allenatore, perché sono i fatti a dimostrarlo, ma io so che può arrivare ancora più lontano, i risultati che ottiene sul campo non mi sorprendono, ma la mia gioia più grande è vederlo con i miei due bimbi avuti dalla mia compagna Eleonora, è diventato nonno molto giovane, ma si è calato benissimo nella parte, non posso che descriverlo come un nonno stupendo, ma del resto, non poteva che essere così, visto che per me è stato ed è un grande padre"
E in queste trasferte all'estero non mancano nemmeno le risate: "Nessuno dei due se la cava bene con l'inglese, ci affidiamo sempre ai tentativi di mio padre di farsi capire e l'unica soluzione, spesso e volentieri, è tentare di spiegarsi con i gesti: un siparietto sempre molto divertente che in ogni viaggio diventa un aneddoto esilarante"
FONTE:PianetaB