sabato 1 giugno 2013

Il Cuore Da Campione di Azdren Llullaku

Di Azdren Llullaku si conoscono i tanti gol segnati  in serie D, si sa che in questa stagione, trasferendosi  al Gaz Metan, squadra di serie A del campionato rumeno ha trovato la giusta consacrazione al suo talento, arrivando ad ottenere anche la prima convocazione con la Nazionale albanese. In Italia arrivò nel duemila , con la mamma e il fratello maggiore, dopo l'inferno della guerra dei Balcani. Ma non si sa per esempio che il calcio era scritto nel suo destino, non si sa che la cosa più bella per questo ragazzo semplice ed umile, è trascorrere il tempo in compagnia della mamma Ida e del fratello maggiore Shkelzen, non si sa che ad un bel piatto di tagliata non rinuncia mai, ed adora il “pite” piatto tipico del Kosovo cucinato dalla madre. Sono proprio mamma e fratello a descriverci questo ragazzo dal cuore d’oro, i ricordi di mamma Ida corrono all’infanzia di Azdren, trascorsa in compagnia di un amico speciale: il pallone. In casa Llullaku c’era un pallone solo, a contenderselo due fratelli, ma già da questo piccolo aneddoto ci si rende conto della caparbietà di questo ragazzo: “ Azdren- ci racconta Ida- usciva di casa per andare a scuola già con il pallone in mano, e il tragitto che divideva l’abitazione dalla scuola lui lo faceva tutto  palleggiando o giocandoci, incurante delle macchine, il suo miglior amico, inseparabile per lui, al punto che quando doveva contenderselo con il fratello maggiore in casa era il delirio”.
Questa dedizione e la sua  forza d’animo hanno fatto si che questo ragazzo riuscisse a realizzare il suo più grande sogno. Non sono mancati i sacrifici per questa famiglia, i momenti difficili sono stati tanti, ma Azdren per superarli aveva ed ha un’arma speciale, il suo sorriso e la sua allegria. Il fratello Shkalzen, indica proprio quest'ultima come caratteristica principale di Azdren: “ Quando in casa c’è lui, a me e mia madre basta guardarlo per stare bene, sempre sorridente e positivo è stato spesso la nostra forza per superare le prove difficoltose che la vita ci aveva imposto, di lui-prosegue Shkelzen- ricordo anche i sacrifici che tante volte ha fatto fin da piccolo, anche per alleviare a me, le responsabilità che la vita mi aveva dato nonostante anch’io fossi giovanissimo. Ricordo quando all’età di quindici/sedici anni, il venerdì sera lui lo passava andando ad aiutare la mamma al ristorante dove lavora, il sabato pomeriggio non mancava mai alla partita delle giovanili, la sera poi ancora al ristorante, e la domenica a giocare con me ed i ragazzi più grandi”. Azdren è l’orgoglio della famiglia, Shkelzen quando il fratello giocava nel campionato italiano, non ha mai perso una partita, ogni anno in media 30.000 chilometri fatti per essere sugli spalti a fare il tifo per lui in casa ed in trasferta e quando il lavoro lo permetteva, in compagnia della mamma. Una cosa però il fratello maggiore a questo campione non è mai riuscito a fargli sapere: “ Sono orgoglioso di lui, lo sono anche se non gli do mai la soddisfazione, lo sprono sempre a fare meglio, ma lui è il mio orgoglio ed io sono fierissimo di lui, anche se è la prima volta che lo sente dire da me” . Tutto questo il fratello ce lo racconta timidamente, con la voce a tratti rotta dall’emozione, ma in ogni sua parola si percepisce l’amore che lega questi due ragazzi. Parole intrise d’amore anche quelle di mamma Ida, lei che si è sempre augurata per i figli un futuro felice, quando ha saputo della convocazione in Nazionale, è rimasta senza parole per l’emozione e per la gioia, in un attimo la sua mente ha pensato che Dio avesse esaudito tutte le sue preghiere di veder felice il figlio.  Azdren, Ida e Shkelzen, dalla morte del padre ad oggi, sono una cosa sola ,sono l’esempio di come l’unione e l’amore della famiglia possa far superare tante difficoltà. Sono l’esempio di come, dietro ad un cuore da campione, oltre al talento alla base ci sia l’amore

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